Come farsi la società off shore, corso a Lugano, tutto esaurito

Come farsi la società off shore, corso a Lugano, tutto esaurito

Ancora polemiche su Convegno sui paradisi fiscali | La Provincia, il quotidiano di Como
Come farsi la società off shore, corso a Lugano, tutto esaurito
di Maria Castelli

COMO - Paradisi fiscali, istruzioni per l'uso: arrivano per posta elettronica all'una e mezza di notte nei giorni in cui si riacutizza la tensione tra Italia e Svizzera. Infatti, è diventata operativa agli inizi di novembre la procedura per operare con Paesi in "black list", la lista nera per il fisco italiano e la Svizzera è confermata nell'elenco. Le imprese svizzere e, ovviamente, ticinesi che lavorano con ditte italiane devono consegnare una serie di informazioni ai loro interlocutori del nostro Paese, partita Iva, codice fiscale, dati aziendali e personali e tutto questo dev'essere trasmesso all'Agenzia delle Entrate.

Ancora una volta, l'Italia ci prende a pesci in faccia», è il commento della Lega dei Ticinesi che ha presentato interrogazioni in Parlamento chiedendo al governo di Berna di attivarsi «affinchè l'ennesima iniziativa italiana antisvizzera e antiticinese abbia a cessare». E diversi imprenditori ticinesi hanno levato gli scudi: «Ci sentiamo criminalizzati perché svizzeri», mentre la guardia di finanza ha iniziato i controlli. Su questo nuovo caso, spunta la lettera di una società che ha il call center a Panama, Gingras International Società Anonima. Invita ad un convegno il 27 gennaio 2011 al Palazzo dei Congressi di Lugano «a solo 60 minuti da Milano». Titolo del convegno: «I paradisi fiscali nel 2011 e le società off shore». Una conferenza pratica, spiega, in cui verranno trattati ed approfonditi i seguenti punti: società offshore, cosa sono, come si costituiscono e dove. La pianificazione e l'ingegneria fiscale, l'elusione fiscale; i paradisi fiscali, dove sono, che cosa sono, che uso farne; la tassazione nei paradisi fiscali, proteggere i propri beni in Italia e all'estero, evitare sequestri finanziari e dei creditori, come proteggere l'anonimato. Insomma, un ricco menu e forse è meglio risparmiare altri dettagli per non incorrere nel rischio di complicità, nel caso non fosse tutto regolare.
Al numero verde indicato risponde un uomo con l'accento veneto, che sostiene: «Non interessa che accento abbiamo, perché qui abbiamo tutti gli accenti del mondo» e poi chiarisce che la lettera non è una patacca, ma propone un'iniziativa che «ha già raccolto l'adesione di 250 commercialisti italiani. I partecipanti saranno il doppio». Ma chi è questa società? «È una società che organizza eventi: i relatori sono grandi nomi», è la risposta. Il titolo della e-mail è: «La Frontiera tra il legale e l'illegale». Come dire che rappresenta il cammino sul ciglio del burrone o sul fil di lama?
«Parlare di droga significa incitare a drogarsi?», è la domanda. Gli esempi riportati sono un po' suggestivi e forse al ministro Tremonti dispiacerà sentir dire ad un convegno a Lugano che «costituire una società offshore non è illegale». Così è scritto sulla lettera. «Perché non si sa come stanno le cose», è il ragionamento dall'altro capo del filo. Da un altro punto di vista stanno che l'evasione fiscale raggiunge il 25% e raggiunge il 43% la pressione fiscale su chi non intende investire 2000 euro per una società offshore chiavi in mano. È l'informazione offerta dalla lettera – invito, la quale rimanda per tutti gli approfondimenti all'apposito sito. Comodamente, da casa.

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