Il Fatto Quotidiano scende in campagna elettorale e attacca Berlusconi e i paradisi fiscali

Il Fatto Quotidiano scende in campagna elettorale e attacca Berlusconi e i paradisi fiscali

Il Fatto Quotidiano, con l’ articolo “Società offshore e paradisi fiscali: convegno svizzero fa il pieno di commercialisti italiani” di Elena Rosselli, pubblicato il 22 novembre, scendendo palesemente in campagna elettorale, attacca il convegno, fino a spaventare la moderatrice Mariangela Pira che in maniera molto poco professionale ha dichiarato al giornale La Provincia di Varese che non aveva capito bene di cosa si trattasse e che non aveva confermato la sua partecipazione (dopo aver pattuito il compenso). Per fortuna non ci sarà. Certo non ci aspettavamo di essere tirati in ballo nella campagna elettorale e certo Il Fatto Quotidiano non ci ha dato modo di esprimere la nostra opinione. Sta di fatto che la fascia di elettorato che fa paura a destra e sinistra è quella dei non votanti: ossia di quelli che non si riconoscono ne in un governo ne nell’ altro. Ormai si tratta di un terzo partito che non appoggia la politica che sta obbligando professionisti e impresari a fare le valigie in cerca di “lidi migliori”.  I commenti dei lettori all’ articolo online de Il Fatto Quotidiano parlano da soli e fanno capire che i lettori non sono poi cosi “fessi” come ha bollato la Rosselli a coloro che sono stanchi di essere tartassati e soprattutto non sono contenti di come i governi spendono i soldi delle tasse. Fessi sono coloro che pensano che pagando più tasse se ne pagano meno: i governi non farebbero altro che aumentare la spesa ed il buco del bilancio pubblico. Se si vuole cambiare il sistema è necessario farla finita di tassare per coprire il fabbisogno di spesa dei vari governi. Una tassazione giusta permetterebbe a tutti di guadagnare e pagare le tasse. A seguire l’ articolo che potete commentare al link.

Società offshore e paradisi fiscali: convegno svizzero fa il pieno di commercialisti. Italiani
Arriva via mail l'invito per i professionisti a partecipare a un incontro con "professionisti del settore" che offrono le loro competenze tecniche per "evitare sequestri finanziari" e "proteggere l'anonimato". Moderatrice una giornalista che lavora per la Farnesina
Nell’ 'homepage del sito che organizza il convegno “L’evasione fiscale è illegale, l’elusione delle imposte non lo è”. Con questo slogan la Gringas International Società Anonima invita i commercialisti italiani alla conferenza “I paradisi fiscali nel 2011 e le società offshore: la frontiera tra il legale e l’illegale” in programma il 27 gennaio al Palazzo dei congressi di Lugano (“a soli 60 minuti da Milano” recita l’invito). La Gringas si qualifica come “società organizzatrice di eventi”. L’invito al convegno arriva via mail a vari studi di commercialisti italiani. E’ una mail che non si può inoltrare, ma solo leggere. Ma tanto basta per scatenare l’interesse dei professionisti del nord: “Le adesioni sono già 250, i partecipanti saranno almeno il doppio”, scrive oggi il quotidiano La Provincia di Varese che cita fonti della Gringas. A scorrere il programma del convegno, “il confine tra legale e illegale” (questo è proprio il titolo della mail inviata ai commercialisti), appare molto labile. Se, secondo l’invito, ”l’elusione è un diritto del cittadino che, sempre piú, viene stretto dalla morsa fiscale”, ecco che “professionisti del settore” offrono le loro competenze tecniche per “evitare sequestri finanziari” e ”proteggere l’anonimato”. La sorpresa arriva leggendo il nome del moderatore: Mariangela Pira, giornalista italiana, curatrice per il ministero degli Affari esteri di Esteri News, il tg settimanale della diplomazia italiana prodotto da Class Cnbc sulle attività della Farnesina e della Cooperazione italiana all’estero. Contattata da Ilfattoquotidiano.it la giornalista cade delle nuvole: “Mi avevano proposto di partecipare a un incontro a Lugano per il mese di gennaio – spiega – . Sono stata contattata da un’agenzia a cui ho mandato curriculum e foto, riservandomi di approfondire gli argomenti e dare la mia adesione”. Ma l’adesione formale della giornalista non è mai arrivata: “Apprendo ora di essere online sul sito http://www.iparadisifiscalinel2011.com/ come moderatrice”. Mariangela Pira è stupita: “Da come mi avevano parlato dell’incontro, si doveva trattare di un’analisi economica del fenomeno dei paradisi fiscali, non certo di un loro elogio!”. Stando così le cose, la giornalista è perentoria: “Non parteciperò a quel convegno se le cose stanno così come appaiono proposte sul sito”.
A sdoganare l’elusione fiscale, in effetti, ci aveva già pensato Silvio Berlusconi nel febbraio del 2004, quando, durante  una conferenza stampa (guarda il video) a Palazzo Chigi aveva dichiarato: “Le tasse sono giuste se al 33%, ma lo Stato mi chiede il 50% e oltre, è una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato, per quanto posso, a evadere questa domanda”. Lo stesso concetto il premier lo aveva ribadito a novembre dello stesso anno durante una visita al comando generale della Guardia di Finanza di Roma: “C’è una norma di diritto naturale che dice che se lo Stato ti chiede un terzo di quello che, con tanta fatica, hai guadagnato, ti sembra una richiesta giusta e glielo dai. Se ti chiede di più, o molto di più, c’è una sopraffazione dello Stato nei tuoi confronti. Allora ti ingegni per trovare dei sistemi elusivi o addirittura evasivi che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità e che non ti fanno sentire colpevole”.
Gli organizzatori del convegno sembrano volersi muovere sulla stessa linea del premier. Sull’homepage del sito dedicato al convegno si legge: “L’elusione è un diritto del cittadino che, sempre piú, viene stretto dalla morsa fiscale. Molti imprenditori e professionisti italiani, anche medio-piccoli, vessati dalla crisi, hanno deciso di approdare al mondo dell’offshore attraverso strutture di paesi considerati “paradisi fiscali” che offrono “società anonime” e conti bancari offshore, attraverso i quali é possibile operare pagando meno tasse o zero tasse, proteggendo il proprio capitale attraverso l’anonimato”. Questa scelta avrebbe consentito a molti imprenditori di “non cadere nel baratro della grande crisi finanziaria attuale”. Assurdo quindi secondo gli organizzatori combattere il fenomeno dell’elusione, perché “la maggior parte delle società quotate in Borsa e dei gruppi bancari hanno partecipazioni, quasi sempre di controllo in società residenti nei paradisi fiscali”. “Se sono illegali, come ci vogliono far credere – si legge sempre sulla homepage - perché le maggiori imprese italiane hanno sedi in paradisi fiscali?”
Scopo del convegno è “spiegare in modo semplice, diretto e pratico” argomenti ben precisi: “Come e dove si costituiscono le società offshore, cosa e dove sono i paradisi fiscali, come proteggere i propri beni in Italia e all’estero, come evitare sequestri finanziari e proteggere l’anonimato, cause, effetti e comportamenti da adottare nei confronti della grande crisi finanziaria”.
I relatori chiamati ad affrontare questi temi sono due. Giovanni Caporaso, ideatore del sito www.paradisifiscali.org e definito “il guru italiano delle offshore”. Caporaso sostiene di essere il titolare dello studio legale Caporaso & Partners di Panama e della Opm Corporation. Spiega di vivere a Panama da 20 anni e di aver scritto tre libri guida “per mettere a fuoco e proteggere i propri beni offshore”: “Come pagare Zero Tasse, i paradisi fiscali”, “Come usare una società offshore”, “I segreti della banca offshore”. Tra i servizi offerti dalla Opm Corporation, ci sono non solo la consulenza per la “costituzione di società e fondazioni anonime”, ma anche per “società di gestione di gioco d’azzardo e società di banca (per finanziarie, residenze estere, seconda cittadinanza, secondo passaporto, divorzi per procura e divorzi unilaterali, divorzi esteri, adozioni internazionali, investimenti immobiliari, e ovviamente “servizi di tramitazione di banca offshore”). Secondo relatore è Fabrizio Zampieri, consulente finanziario, definito esperto in “analisi e studio dei mercati finanziari, gestione del rischio di cambio e degli strumenti finanziari, gestione della tesoreria aziendale multivalutaria, gestione dell’indebitamento e dei rapporti con gli istituti bancari”. Moderatrice del convegno, in quota rosa, è arruolata a sua insaputa la giornalista Mariangela Pira.
Con 260 euro la Gringas International Società Anonima offre quindi una guida completa per “operare nei paradisi fiscali in modo del tutto sicuro” e guidare i partecipanti “attraverso questo misterioso mondo che muove il 60% dei capitali mondiali”. E a chi non bastasse la sola giornata di convegno per apprendere tutti i trucchi “del misterioso mondo”, gli esperti rimangono a disposizione il giorno dopo per tutti gli eventuali chiarimenti del caso. Del resto, non occorre essere miliardari per aspirare a “eludere” il fisco. Come recita l’invito al convegno: “In realtà qualsiasi professionista o imprenditore, con un fatturato di 30-40mila euro l’anno, può ottenere grandi vantaggi usando i paradisi fiscali. Oggi tutti possono trovare grandi vantaggi in operazioni o schemi d’ingegneria fiscali affrontando costi irrisori”. E quali sono questi “costi irrisori”? “Meno di 2mila euro senza nemmeno spostarsi dall’Italia”. Insomma, un gioco da ragazzi. Al confine tra legale e illegale. Anche perché il curriculum dei due relatori, che si presentano in altri siti come appartenenti a un fantomatico ordine cavalleresco (il Sovrano Ordine Cavalleresco di Antarticland), e i 260 euro di quota di partecipazione, lasciano aperta la porta a un dubbio e a una certezza. Il dubbio: il convegno è solo un’iniziativa per fare cassa a spese di aspiranti evasori. La certezza: visto il successo di partecipazioni registrato secondo La Provincia di Varese, l’Italia è davvero un paese per furbi. Talmente furbi da accettare il rischio di essere fatti fessi.

Il portale della svizzera italiana www.tio.ch, parlando del convegno, sembra preoccuparsi più della fuga di capitali dalla Svizzera che delle reazioni del governo italiano, dopo le minacce della Lega Ticino che minacciano l’espulsione di 10 mila frontalieri italiani e sei ore di coda in dogana per entrare in Svizzera se il governo italiano non  fa marcia indietro sui paradisi fiscali.
Ecco l’articolo del portale elvetico in lingua italiana:
Lugano: corsi per creare società offshore al Palazzo dei Congressi?
In tempi di black list e di rinnovate tensioni, diventa utile per un commercialista sapere come si crea una società off shore, nel caso i suoi clienti gli propongano questa possibilità. E' quanto devono aver pensato alla Gingras International Società Anonima, call center situato a Panama.
Come riporta oggi La Provincia di Como, la società ha organizzato un convegno per il 27 gennaio 2011 al Palazzo dei Congressi di Lugano, dal titolo: "I paradisi fiscali nel 2011 e le società off shore". Scopo della conferenza: rendere edotti i partecipanti su cosa sono le società off shore, come si costituiscono e dove. L'invito arriva per posta elettronica ai professionisti italiani del settore, ed è molto dettagliato: oltre alle nozioni generale, durante il convegno si apprenderanno nozioni sui paradisi fiscali, come evadere il fisco ad altre cose del genere. Quanto costa una società off shore? "2000 euro, chiavi in mano", viene garantito.
Evento pianificato nei dettagli e pubblicizzato con tanto di sito e formulario d'iscrizione online. Costo: 260 euro. La società offre anche, per chi non potesse/volesse raggiungere Lugano con i propri mezzi, un servizio di trasporto in autobus. Che non sia un grosso bluff, lo assicurano dalla Gingras: "Ci sono già 250 adesioni, ma i partecipanti saranno il doppio". Per il convegno sono promessi grandi nomi come relatori. La società si appoggia probabilmente a dei partner elvetici, almeno a giudicare dal fatto che il numero a cui inviare il fax per confermare la presenza è svizzero. La Gingras International Società Anonima, dopo breve ricerca, risulta essere una società che organizza eventi.
Non è il primo caso di società che, con tempismo e furbizia, sfruttano i conflitti fiscali tra Svizzera ed Italia. Mesi fa vi avevamo reso conto di una società che offriva consulenze su come "scudare" i capitali depositati nella Confederazione, che si faceva pubblicità in maniera quantomeno originale: distribuendo volantini alla dogana autostradale di Chiasso-Brogeda. Ora l'offerta di questo convegno.
Come reagirà la piazza finanziaria ticinese? Forse non bene, soprattutto considerato che i paradisi fiscali caraibici e asiatici potrebbero intercettare parte di questi fondi, fino ad oggi depositati in Ticino. Però a qualcuno il convegno fa gola, e lo deduciamo dalla presenza di alcuni banner elvetici sul sito. Senza fare nomi, si tratta di società e organizzazioni attive nel mondo del gioco, della ristorazione e nel settore alberghiero. In tempi di vacche magre tutto fa brodo, anche 500 professionisti che vengono a Lugano ad imparare ad aggirare il fisco.

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