La fuga di capitali è stata identificata dai paesi che impongono la maggior parte delle tasse sui loro cittadini come una delle cause principali della bassa crescita delle economie nazionali. In una campagna pubblicitaria e diffamatoria, appoggiata da molti mezzi di comunicazione, i governi delle nazioni più colpite da questo problema hanno cercato di rappresentare i paradisi fiscali e le banche come presunti istigatori della fuga di capitali, ma la realtà è molto più complessa.
Un articolo pubblicato dalla rivista Zoom of Argentina chiama i paradisi fiscali "imperfezioni del sistema finanziario" che offrono ai ricchi la possibilità di nascondere i loro soldi. Secondo questi media, la fuga di capitali, depositata poi in banche straniere, è molto dannosa per l'economia locale e sta causando il deterioramento della qualità della vita delle persone.
Per Zoom, la fuga di capitali impedisce il consolidamento dello sviluppo economico dei paesi e causa notevoli perdite alla tesoreria locale, per cui lo Stato ha meno risorse da investire in progetti sociali. La "fuga" del capitale va a finire, anziché nelle casse del governo per la riscossione delle tasse, nei paradisi fiscali, cioè quelle giurisdizioni con politiche fiscali molto amichevoli e demonizzate dai governi e dalla cattiva stampa.
Zoom colpevolizza anche le banche, che accusa di offrire l'apertura di conti bancari offshore a persone fisiche e giuridiche, la creazione di società offshore, fondazioni o fiduciarie in "paradisi fiscali", con l'obiettivo di nascondere la vera identità dei detentori del denaro. Per supportare i suoi argomenti, Zoom usa due esempi: l'attacco del Senato degli Stati Uniti contro l'UBS e Credit Suisse per l'apertura di conti non dichiarati di cittadini statunitensi ed il furto di informazioni riservate fatto da Hervé Falciani, che lavorava come informatico presso la HSBC Private Bank a Ginevra.
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Nel 2009, Falciani ha scioccato il mondo finanziario pubblicando dati di migliaia di conti bancari apparentemente "sospetti" di evasione fiscale. L'informatico ha rubato tali informazioni mentre lavorava come direttore del dipartimento dei servizi IT presso la filiale svizzera di HSBC Private Bank.
Con i dati rubati, Falciani è fuggito in Francia. La Procura svizzera lo ha accusato e ha chiesto l'estradizione; ma non ha avuto successo. Il governo francese ha riconosciuto di avere in suo possesso, grazie a Falciani, una lista di 3000 francesi con conti sospetti nelle banche svizzere. Più tardi, il ladro è stato arrestato a Barcellona, mentre la Svizzera ha sollevato la pressione e ha emesso un mandato di arresto internazionale; tuttavia, il governo spagnolo ha negato l'estradizione, dal momento che Falciani ha collaborato con la procura Anticorruzione nelle indagini sul riciclaggio di denaro. Questa "collaborazione" ha permesso al Tesoro spagnolo di esigere oltre 300 milioni di euro a presunti evasori fiscali. Questa è la storia di Falciani che Zoom presenta quasi come un "eroe", quando in realtà è un ladro che causò enormi danni alla reputazione di molte persone.
Un altro esempio citato dalla rivista sulla fuga di capitali è stata l'indagine condotta dal Senato degli Stati Uniti - uno dei paesi che fanno pagare più tasse ai suoi cittadini, tra il 2001 e il 2008 più di 22.000 clienti statunitensi, con un patrimonio vicino a 10 miliardi di euro, hanno aperto conti presso quella banca e non l'hanno dichiarato all'IRS. In seguito allo scoppio dello scandalo e alla pressione di Washington, Credit Suisse ha "regolarizzato la situazione", ovvero ha chiesto ai clienti di chiudere i loro conti o dichiararli all'IRS. Cinque anni dopo, il totale dei conti di origine statunitense in quella banca svizzera è diminuito dell'85%.
L'articolo in Zoom cita due esperti argentini, Jorge Gaggero e Magdalena Rua, che hanno assicurato che ci sono altre entità finanziarie internazionali che sono coinvolte nel riciclaggio di denaro, nella fuga di capitali e nell'evasione fiscale.
Zoom non ha affrontato nel suo ampio articolo le vere cause della fuga di capitali. I media preferiscono concentrarsi sulla demonizzazione dei paradisi fiscali e sul attacco alle banche; tuttavia è evidente che, le conseguenze delle economie corrotte, delle alte tasse mal applicate, e dei controlli sui cambi e valute sono quelle che in realtà causano la bassa crescita economica di questi paesi, dove la concentrazione dei capitali in poche mani diventa un monopolio di fatto che impedisce la crescita dell'economia ed il libero scambio di merci e capitali.