Per gli italiani che detengono capitali all’estero spesso esiste il problema della regolarizzazione ed eventualmente del rientro degli stessi in Italia. La situazione cambia secondo i casi e fare un errore può costarvi una multa maggiore del capitale, quindi è necessario farsi assistere da esperti. Il nostro studio legale e i nostri fiscalisti possono assistervi e seguirvi in tutti i casi.
Bisogna premettere che detenere capitali all’estero è legale, ma va dichiarato nel quadro RW. Detenere capitali all’estero essendo residenti fiscalmente all’estero, è legale e non va dichiarato al fisco italiano.
Detto ciò andiamo a vedere il caso di coloro che vivono in Italia, mantengono dei capitali all’estero, in paese in black list e non, e sono stati mal consigliati.
Nella maggior parte dei casi è consigliabile la regolarizzazione con ravvedimento operoso dei capitali detenuti all’estero in paesi black list e non con il pagamento della sanzione minima e predisposizione delle dichiarazioni dei redditi integrative con indicazione nel quadro RW dei capitali inizialmente non dichiarati.
Ipotizzando un valore dii euro 1.000.000 detenuti in una banca in un paese black list, con rendimenti di interessi del 5% annui. In assenza di una normativa che in passato è stata chiamata voluntary disclosure, occorre regolarizzare la posizione fiscale mediante ravvedimento operoso.
Nel caso in cui i capitali siano detenuti in paesi in black list il ravvedimento va calcolato ripresentando le ultime otto dichiarazioni dei redditi integrate con la compilazione del quadro RW, nel caso di paesi non black list il calcolo va fatto solo sugli ultimi 4 anni.
Ad esempio il costo del ravvedimento in termini di imposte, sanzioni, e interessi per regolarizzare 1.000.000 di euro con interessi attivi su conto corrente di 50.000 all’anno detenuto in un paese black list come Panama si può stimare in circa 125.000 euro. Il costo della pratica dell’avvocato e fiscalista varia dal 2% al 3% del rimpatriato (tariffa professionale dal 1% al 5%), quindi va da 20.000 euro a 30.000 euro.
Non regolarizzare i capitali all’estero è un rischio enorme
Non regolarizzare i capitali all’estero è un rischio enorme soprattutto se detenuti in un paese black list, vedi esempio qui di seguito calcolato su 1 milione di euro:
- la sanzione minima solo sull’omessa compilazione del quadro RW è pari al 6%, nel caso di specie 1.000.000 x 6% x 8 anni = 480.000 euro;
- poi occorre pagare le imposte sugli interessi non dichiarati, nel caso di specie = 89.000 euro
- poi ci sono le sanzioni piene su 89.000 euro sub b) = 26.700 euro;
- poi ci sono gli interessi sub b) 14.850 euro;
- poi c’è la presunzione di ricavo nero su 1.000.000 di euro guadagnato e non fatturato con IRPEF 43 %, ovvero 430.000 euro.
Quindi come vedete 480.000+89.000+26.700+14.850+430.000= 1.040.550 senza contare gli interessi legali che quantificherà il fisco nell’atto di accertamento. Appare chiaro che conviene regolarizzare perché le sanzioni e interessi possono essere maggiori al capitale detenuto e non dichiarato. Se i capitali sono immobili, la sanzione è la stessa.