Minacciare un impiegato con la frase o ti vaccini o ti licenzio è un reato tipificato all'articolo 629 del Codice penale italiano. Il proprio corpo è inviolabile e la salute personale non è sacrificabile a tutela della salute pubblica. Questo è stato sancito dalla Corte costituzionale sentenza 307/1990 ha riconosciuto che, se il rilievo costituzionale della salute come interesse della collettivita' (art. 32 della Costituzione) giustifica l'imposizione per legge di trattamenti sanitari obbligatori, esso non postula il sacrificio della salute individuale a quella collettiva.
Mentre a Norimberga, nel 1945, è stato ratificato che la somministrazione di farmaci contro la volontà del soggetto è un crimine contro l'umanità.
Un trattamento sanitario può essere praticato solo se la persona interessata abbia prestato il proprio consenso libero e informato.
La costituzione, ancora una volta, ci difende
Poi, l’Articolo 32 della Costituzione italiana detta: nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Il Tribunale di Roma Sezione 6 civile, nell'ordinanza numero 45986/2020 R.G. del 16 dicembre 2020, dichiara illegittimi tutti i DPCM a partire dal 31 gennaio 2020. Inoltre, dichiara illegittimo tale stato di emergenza nel metodo e nel merito e dichiara dunque nullificati tutti gli atti da essa scaturiti.
Quindi se ti senti dire “o ti vaccini o ti licenzio”, fatti licenziare e fai ricorso, Durante il processo te ne starai a casa e dopo ti daranno un bel risarcimento, oltre a reincorporarti.
Non voglio commentare perché penso che le leggi siano chiare e logiche direi. Per fortuna anche i media si stanno aprendo e la stessa RAI inizia a pubblicare storie di medici a cui è stato chiesto di alterare i dati per ottenere rimborsi economici.
Personalmente penso che ognuno di noi debba avere il diritto di decidere cosa fare con il suo corpo, Se prendere medicine e vaccini o no, e quando prenderli.