Intervista al guru italiano dell'offshore Giovanni Caporaso
Di Massimiliano Cocozza
1) Facciamo finta che io sia un suo possibile cliente. Qual è la cifra minima che dovrei possedere per rendere conveniente portare i soldi in un paradiso fiscale.
Dipende dal tipo di attivitá. I paradisi fiscali sono paesi sovrani che offrono determinati e ben precisi vantaggi fiscali, uno differente dall’altro. Anche paesi ad alta imposizione in certi casi offrono vantaggi fiscali e quindi possono essere considerati pome paradisi impositivi per quella determinata attivitá. Dipendendo dalle necessitá del cliente si utilizza una struttura societaria o bancaria di un paese o di un’ altro. Se lei fosse un mio cliente le chiederei cosa vuol fare, per poi consigliarle lo schema societario e fiscale piú appropriato. L’uso di una societá dei paradisi fiscali non serve solo ad eludere le tasse, puó, ad esempio, essere utilizzata per abbattere i costi iniziali di un’attivitá. Facciamo l’esempio di due giovani che vogliano avviare un business in Italia. Tra notaio, capitale sociale, timbri e cose varie iniziano con una spesa di varie migliaia di euro. Possono invece costituire una societá offshore in un paradiso fiscale per 1100 euro e poi aprire una succursale in Italia registrandola alla Camera di Commercio e all’Ufficio delle Entrate, con un costo totale che non supera i 2 mila euro. Un bel risparmio! In questo caso i nostri due giovani hanno una societá estera che puó operare in Italia, al 100%, come una italiana, compreso il pagamento di iva, tasse, contributi, ecc.. Volendo possono occultare la proprietá, non apparendo come azionisti, in modo tale che se, ad esempio, hanno altri introiti, i redditi societari non vanno ad aumentare il tetto imponibile dei soci. Tutto questo é legale e permesso dalle vigenti leggi. Lo stesso ex premier Silvio Berlusconi, recentemente, di fronte all'Unione industriali romani ha ribadito la legalitá delle società offshore che ha definito "un modo legittimo per pagare meno tasse". Berlusconi ha affermato che la creazione di società estere é un espediente finanziario per pagare meno tasse, anzi "per pagare tasse più convenienti", ha detto il Cavaliere. "Ad esempio - ha continuato Berlusconi - se uno compra dei film in America, ne acquisisce i diritti e poi li vende in Germania, Francia, Spagna, se passa attraverso società italiane paga le tasse più alte in Europa, se invece lo fa attraverso una società collocata in Lussemburgo paga meno tasse. Se invece questa operazione la fa con una società terza, a cui presta anche i soldi, scrivendolo nel bilancio, e poi questa società fa l'acquisto, è una cosa assolutamente legale. Una cosa perfettamente legale e se un dirigente, essendo a conoscenza di questa possibilità, non lo facesse, l'azienda farebbe bene a dubitare di lui". Dall’altra parte dell’oceano, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto giá nel 1935, nel caso di Gregory contro Helvering (1935) 293 US 465, che i contribuenti hanno il diritto di organizzare i propri affari in modo tale da pagare meno tasse. Se poi vogliono farci credere che i Paradisi Fiscali sono illegali, dovrebbero spiegarci perché molte banche italiane hanno sedi in “isole fiscali” (sparse in 30 paesi). La ragnatela che si estende in 390 societá estere é controllata direttamente dalle banche italiane. Molte hanno sede in Germania, Francia e, sempre in maggior numero, nei paesi dell'Est. Ma molte, oltre 140, sono quelle che hanno il loro recapito in paradisi fiscali o in paesi che prevedono agevolazioni finanziarie. Queste societá fanno riferimento alla Bnl, al SanPaolo-Imi, alla Banca Mediolanum e ad Unicredit. Quest' ultima é presente anche in Liberia con la presenza di una societa' storica di Mediobanca (la seconda insieme a quella delle Cayman): si tratta della storica Tradevco, presente dal 1992 nell' albo di Bankitalia, e che ha sede a Monrovia. Finché i governi non comprenderanno che non possono continuare a strangolare il contribuente, esisterá l’evasione fiscale. In canada quando le tasse sono state diminuite dal 28% al 21%, il gettito fiscale é aumentato da 32 a 49 bilioni di dollari canadesi.
2) Quanto mi viene a costare portare i soldi in un paradiso fiscale.
Anche qui dipende da come lei vuol fare l’operazione, quanto vuole spostare e dove. In genere le banche offshore non fanno pagare commissioni sui depositi in entrata ed offrono una serie di escamotage per fare arrivare i soldi ad un determinato conto senza lasciare tracce. I tempi dei corrieri che venivano dalla Svizzera a raccoglire i depositi dei clienti sono peró ben lontani e a volte bisogna ricorrere alla fantasia o a dei professionisti, in genere istituti bancari o parabancari minori che prendono dall’ 1 al 3% dipendendo dalla cifra.. Se poi chi desidera investire all’estero trasferisce anche la propria residenza non deve fare altro che effettuare un bonifico ad una banca offshore. Io, all’epoca, aprí un conto offshore a nome di mia moglie (straniera), depositai un assegno “ripulendo” il mio conto italiano, poi trasferí i soldi sul conto di una societá e chiudemmo il conto personale offshore. Ma attenzione che la moglie non prenda il volo con i soldi! Queste operazioni vanno coordinate con il direttore della banca e non improvvisate.
3) Quali sono i paradisi fiscali. Sono aumentati o meno negli ultimi anni. In quali stati è conveniente dare cosa?
Attualmente esistono oltre 200 giurisdizioni che offrono uno o piú incentivi agli investitori non residenti, alcuni di questi paesi sono anche dei veri e propri paradisi per le vacanze. Tra i rifugi fiscali ci sono il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Tunisia, ecc. L.’OCSE, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo econômico, ha ridotto a 41 la lista dei paesi considerati paradisi fiscali e a 5 gli irriducibili: i principati di Andorra e Monaco e Linchenstein; Liberia, Isole Marshall, Vanatu. Non capisco peró perché nessuno inserisce gli Stati Uniti nella black list visto che costituendo una societá limitata “LLC” anonima e facendola controllare da una societá anonima offshore abbiamo una compagnia a zero tasse che potremmo definire come la regina delle societá offshore.
4) Quante sono le società che offrono consulenza come la sua e quali sono i vantaggi rispetto a un classico commercialista o avvocato tributarista Le societá e studi legali sono centinaia, forse migliaia.
La piú famosa é la Ocra Worldwide che ha uffici in 18 paesi, impiega 250 avvocati e fa la pubblicitá alla CNN: un vero e proprio colosso presente sul mercato offshore dal 1975. La mia societá, OPM Corporation ha compiuto quest’anno il 15° anniversario. Oltre alle societá internazionali o multi nazionali, come la mia, possiamo dire che ogni studio legale di un paradiso fiscale ha una sua societá di commercializzazione in quanto come avvocati bisognerebbe pubblicare esclusivamente le tariffe approvate dall’ordine, inoltre in molti paesi, come Panama esistono leggi che limitano la pubblicitá dei servizi legali. Quindi la mia OPM Corporation vende al cliente finale e compra i servizi dal mio studio legale. Noi consigliamo sempre ai clienti di sviluppare la propria strategia di pianificazione fiscale in collaborazione con noi e con il proprio avvocato e commercialista. Per quanto cerchiamo di tenerci aggiornati sulle legislazioni nazionali, sarebbe impossibile memorizzare tutte le leggi ed i decreti di ogni singolo paese. Per il classico commercialista e avvocato tributarista viceversa, é spesso difficile conoscere le leggi di tutti i paradisi fiscali, le interpretazioni legislative e i “trucchetti” del mestiere. Ricordiamoci che le leggi le fanno i parlamentari e le interpretano i giudici. Noi saimo nel mezzo. Peró ripeto, sconsiglio a chiunque di intraprendere la strada offshore senza consultare un avvocato o un commercialista nel proprio paese, noi offriamo il supporto legale anche al professionista interpellato dal nostro cliente per poter valutare a termine di legge la struttura di pianificazione fiscale che proponiamo.
5) Per poter approfittare di un paradiso fiscale è necessario prendere la residenza all'estero o basta creare un trust?
É meglio prendere la residenza all’estero, ma una semplice societá anonima puó svolgere la funzione di protezione del capitale e pianificazione fiscale. Il trust che é una struttura anglosassone o la fondazione privata servono a proteggere ingenti capitali e non sono strutture d’affari o commerciali. Il trust o fondazione privata è un particolare tipo di rapporto giuridico nel quale la proprietà di un bene appartiene temporaneamente a un soggetto giuridico, detto trustee o ptotettore, il quale tuttavia non ne ha la piena disponibilità, in quanto è vincolato da un rapporto di natura fiduciaria che gli impone di esercitare il suo diritto reale a beneficio di un altro soggetto, detto appunto beneficiary (beneficiario), al quale saranno trasferiti in piena proprietà i beni alla fine del trust, al quale appartiene il diritto di natura equitable. I diritti discendenti dal trust o dalla fondazione privata sono quindi detti equitables, cioè "diritti discendenti dal sistema di equity". Tale espressione non ha alcun equivalente in italiano, in quanto il nostro termine equitativo assume tutt'altro significato, riferendosi al concetto di equità, con il quale si intende un concetto di ragionevolezza e flessibilità nell'applicazione della norma. La mancanza, nel diritto civile, di un sistema di norme equitative non è di ostacolo all'utilizzo del trust. In Italia esistono oltre quaranta sentenze di tribunali di vario grado che riconoscono gli effetti del trust o fondazione. Per riassumere: una fondazione privata si usa per proteggere i beni a lungo termine, le societá offshore per fare affari. In genere, per proteggere i grandi capitali, si usano varie societá e una sola fondazione.
6) Con l'ultima finanziaria ha notato un aumento delle persone che scelgono di andare in un paradiso fiscale?
Direi che grazie allo “zio” Prodi i nostri clienti sono duplicati.
7) Quali sono i servizi proincipali che vi vengono richiesti e qual è il limite oltre cui non vi spingete?
Il nostro volume di lavoro é prodotto dalla costituzione di societá dei paradisi fiscali (per i consumatori, bache e studi legali) e la presentazione dei clienti ad un’istituto finanziario per l’apertura di un conto bancario. Non gestiamo mai e in nessun caso i soldi dei clienti. Altri servizi che offriamo sono la costituzione di fondazioni private, residenze o permessi di soggiorno, seconda cittadinanza, divorzi internazionali (anche unilaterali), ed in genere tutti i servizi di uno studio legale commerciale.
8) Una domanda personale. Come è arrivato a occuparsi di pardadisi fiscali? Cosa faceva prima nella vita?
Facevo il giornalista free lance, ho lavorato per molte testate italiane e specialmente estere, tra cui, in Italia, per Panorama e per i TG della RAI, producendo news internazionali. Quando un decreto legge limitó le spese estere detraibili al 3% del fatturato ho avuto una sola scelta: o fallire o prendere la strada dell’offshore. Quando poi i giornali hanno iniziato a lasciar da parte le inchieste e i grandi reportage per coprire prioritariamente i fatti di “casa nostra”, mi sono trovato ad un bivio professionale ed ho deciso di trasferimi a Panama. Qui ho studiato legge e nel 1992 ho fondato la OPM Corporation per offrire servizi offshore ed aiutare chi, come me in passato, venisse “strangolato’ dalla morsa del fisco. In America Latina ho diretto diretto i mensili “Narcomafias Internacional”, edita a Panama, rivista specializzata nella denuncia di traffici di droga, armi e mafie e “Italia Italia” ed “Europa Europa” editi in Repubblica Dominicana. Oggi mi dedico a redigere guide economiche e principalmente allo studio legale, trattando personalmente le relazioni con i clienti.