Giovanni Caporaso, romano, cinquantaquattro anni, vive da 23 anni a Panama. Si è trasferito lì quando ancora non c’era il boom della fuga verso i paradisi fiscali, ma dice orgogliosamente di essere uno dei primi esiliati fiscali italiani. Dopo una carriera di successo come giornalista e produttore di news per la Rai, iniziata quando aveva solo 18 anni, con un reportage sull’invasione russa in Afghanistan, pubblicato su Panorama, decide nel 1991 di trasferirsi a Panama, perché già allora, a suo dire, si sentiva “strangolato” dalle tasse.
Oggi Caporaso è un’affermato avvocato di Panama, specializzato nella pianificazione fiscale e investimenti. In Italia è considerato un guru dell’offshore. “L’avvocato”, come lo chiamano gli italiani a Panama, che oggi sono oltre 6000, è un personaggio controverso, perché non si lascia mai sfuggire l’occasione per criticare i politici italiani che, secondo lui, hanno trascinato l’Italia nel baratro creando un buco di spesa pubblica che ha fagocitato l’intero Paese. L’ultima provocazione l’ha fatta con un cartone animato, disponibile anche come APP su Google Play, dove spiega come pagare meno tasse offshore, in cui appare un pupazzetto con la faccia di Attilio Beffera, direttore dell’Ufficio delle Entrate, che taglia a metà le entrate di un impresario che poi deciderà di trasferirsi “al sole”.
Sono molti gli italiani che decidono di investire o di trasferirsi a Panama?
Il numero è sempre in aumento, non solo a Panama ma in tutti i paesi che offrono una tassazione piu’ equa, opportunità di lavoro e di investimento. Mentre quando sono arrivato io gli italiani residenti erano in maggioranza investitori, e solo pochi lavoratori che avevano fatto una scelta alternativa, oggi c’è anche chi viene a cercare lavoro come pizzaiolo o cameriere. Ovviamente in un paese in pieno boom non mancano gli investitori. La situazione economica e politica italiana non fa intravedere vie d’uscita ai giovani che cercano opportunità. Ormai si tratta di un esodo, tanto che l’ultima edizione del mio libro “Come pagare zero tasse”, l’ho sottotitolata “La grande fuga verso i paradisi fiscali”.
Quali sono i servizi offerti dalla vostra compagnia?
Il mio portale web è www.paradisifiscali.org, penso che il nome dica tutto. Lo studio OPM che in inglese significa “Other People Money”, ossia i soldi degli altri, l’ho fondato nel 1992, ispirandomi all’ omonimo film con Danny De Vito, ed è nato come ufficio di consulenze per la pianificazione fiscale. Nel frattempo ho studiato legge e ho preso due lauree in giurisprudenza, una a Panama e una in Costa Rica. Oggi la OPM ha partecipazioni in varie società tra cui lo studio legale Caporaso & Partners, imprese di VoIP, sistemi di pagamento come www.payopm.com e uffici di promozione degli investimenti anche a Cuba, in Colombia e Repubblica Dominicana. Abbiamo un network di oltre 50 siti web e blog specializzati, tra cui Italiani a Panama, Investire in Colombia, ecc…
Qual è il supporto che offrite a chi si rivolge a voi?
E’ un supporto quasi a 360 gradi: ad ogni esigenza dei nostri clienti abbiamo cercato di rispondere con un servizio dedicato. Per questo oltre alla costituzione di società e apertura di conti bancari in varie giurisdizioni, offriamo i servizi più disparati tra cui, per citarne alcuni, kit di navigazione anonima, numeri telefonici virtuali anonimi in quasi tutti i paesi, carte di credito offshore, messaggi criptati, telefonia VoIP, e ora stiamo lanciando con PAYOPM il primo mercato freelance offshore, per dare opportunità di lavoro internazionali ai giovani che offrono servizi in internet.
Quali sono i costi da sostenere?
Uno start-up va dai 1500 ai 2000 euro, quindi alla portata di tutti.
Cosa è in grado di offrire al momento Panama? E perché proprio Panama e non qualche altro Paese nel mondo?
Panama al momento offre lavoro con stipendi quasi europei; investimenti immobiliari e mobiliari, ad esempio molti italiani hanno investito in appartamenti ed altri in taxi; attività commerciali di ogni tipo. Inoltre ci sono molte opportunità per le grandi imprese, infatti, aziende italiane partecipano alla costruzione di strade e viadotti, all’ampliamento del Canale di Panama e alla costruzione della metropolitana. Non esiste altro paese al mondo con lo stesso tasso di crescita e che non sia stato intaccato da una crisi negli ultimi 20 anni.
Chi sono i vostri clienti?
In genere sono clienti medio piccoli, tanti giovani che cercano nuove opportunità. I grandi clienti vengono normalmente gestiti dalle ambasciate e dai loro faccendieri. Spesso per attirare i grandi capitali bisogna entrare nei giochi della politica, sia locale che internazionale. Giochi che a volte si intrecciano con tangenti e inciuci politici, giochi a cui sono sfuggito quando ho deciso di andarmene dall’italia e dai quali non intendo farmi coinvolgere.
Cosa ricercano maggiormente?
Poter lavorare e guadagnare senza dover fare sacrifici per tappare il buco nero della spesa pubblica prodotto da decenni di politiche sbagliate e mangia-mangia. I giovani e i meno giovani, cercano all’estero uno spiraglio di luce, una vita di lavoro che dia gratificazione e una dignità che gli è stata tolta nel loro paese.
Qual è il consiglio più importante da seguire in un cambiamento radicale come un eventuale trasferimento a Panama?
Non avventurarsi e non investire tutti i propri averi specialmente avendo una famiglia a carico. Spesso, in un nuovo paese tutto sembra facile, con il tempo non risulta essere così. Se si decide per il “fai da te”, il mio consiglio è di guardarsi attorno per un periodo, non prendere decisioni affrettate, spesso dettate dalla fretta di produrre entrate.
Come evitare le eventuali truffe in campo immobiliare (sempre che ce ne siano)?
Ce ne sono, e molte. Spesso gli stranieri ci cascano perché pensano che acquistare dal costruttore o da grandi imprese immobiliari sia sicuro. Purtroppo non è così. I contratti con le imprese edili o le agenzie immobiliari, sono standard pieni di clausole capestro, spesso l’immobile acquistato non corrisponde a quello offerto. Recentemente abbiamo vinto alcune cause contro imprese alberghiere che avevano venduto ad un gruppo di italiani, unità immobiliari non corrispondenti a quanto offerto. L’italiano va dall’avvocato solo quando ha un problema, spesso quando già ha perso tutto, e in questo caso l’avvocato non puo’ aiutarlo. Far controllare un contratto prima di firmarlo non costa molto, mentre una causa puo’ costare migliaia di EUR. Le leggi all’estero non sono le stesse che in Italia, quindi avere dei bravi avvocati alle spalle aiuta a non fare errori. Io, oltre ad offrire la mia esperienza legale e quella degli avvocati che lavorano con me, ho un bagaglio di conoscenze acquisite come imprenditore a Panama, Colombia, Cuba, Brasile, e Repubblica Dominicana.
A chi consiglieresti Panama e a chi no?
Non consiglio mai di fare un salto nel buio! Panama non è un paese per poveri, gli affitti e il costo della vita sono alti. Non esiste un’equazione per l’investitore, ogni caso è a sé. L’importante è fare ciò che si sa fare e non credere a formule miracolose per guadagnare velocemente. A Panama come in qualsiasi altro paese bisogna pianificare bene le cose e per farlo esistono solo due metodi: pagare un bravo consulente (sperando di non cadere nelle mani di quello sbagliato), o osservare e studiare il paese e le opportunità per almeno 6 mesi. Entrambe le opzioni hanno un costo.